venerdì 13 giugno 2014

L’Empoli e il nuovo Responsabile del Settore Giovanile.


Da sempre, attraverso Il Nuovo Mister, mi permetto di raccontare la filosofia, la professionalità e l'efficienza del Settore Giovanile dell'Empoli.



Lo faccio per trarne esempio, per informarvi su uno dei modi più proficui di “insegnare Calcio” con lo scopo di incoraggiare soprattutto il panorama dilettantistico a investire risorse umane ed economiche per garantire un futuro ai nostri giovani calciatori, con correttezza e lealtà.

Oggi "Il Nuovo Mister" torna a parlare di Empoli, ma con il morale basso e i toni non del tutto positivi, colmi comunque di speranza che le notizie poco comprensibili che arrivano dalla Società toscana siano infondate.

Con umiltà, lavoro e sacrificio, l’Empoli fa del Settore Giovanile la linfa vitale della sua organizzazione riuscendo a stupire per efficienza e professionalità, rendendo famoso nel mondo lo “Stile Empoli”.



Oggi però sono sorpreso e attonito dalle voci e dalle reazioni che circondano il cambio di dirigenza del Settore Giovanile e ho intenzione di porre dei quesiti ai miei lettori, nella speranza che qualcuno conosca veramente la verità in nome della stima e dell’affetto che tutto il popolo del Calcio nutre per questa grande società.
 

L’Empoli ha appena ufficializzato la nomina di un nuovo Responsabile del Settore Giovanile, scelta ovviamente lecita, ma ciò che in questi giorni desta sospetto e preoccupazione sono le motivazioni, mai ufficialmente rese note.

Seguendo i canali ufficiali di informazione della società toscana, soprattutto attraverso le opinioni dei tifosi e dei sostenitori, è molto facile comprendere il forte bisogno di chiarimenti sull’entrata in scena di Marco Bertelli.
Io infatti non rivelo nulla di nuovo, il malcontento è sotto gli occhi di tutti.




Marco Bertelli è di Viareggio ed era il Responsabile del settore Giovanile e della Scuola calcio del Centro Giovani Calciatori Capezzano Pianore (LU), una società dilettantistica che riveste il ruolo di Società Pilota del Milan in Toscana, ma che non ha mai avuto nessun contatto con l’Empoli, quindi:


Quali sono i motivi che hanno portato a Empoli il nuovo responsabile?


La domanda mi sorge spontanea perché non vi sono notizie riguardanti giocatori che dal Capezzano sono partiti per Milano ne tanto meno per Empoli, mentre in tanti sono approdati in altre realtà toscane.
A conferma di questi fatti vi è una notizia ufficializzata solo lo scorso 5 Giugno (a cose praticamente già fatte) che riguarda il passaggio di un giocatore del Capezzano al Genoa.

Come è possibile che il futuro Direttore dell'Empoli lasci partire un giocatore così valido per un'altra realtà?

Inoltre, analizzando il glorioso passato del Settore Giovanile empolese, possiamo notare che questo ruolo prestigioso è stato ricoperto da autorevoli uomini di sport che hanno fatto la storia degli ultimi vent'anni dell'Empoli e che poco, o forse nulla, hanno a che vedere con questa personalità la quale ha sempre svolto il suo ruolo nel mondo dilettantistico:

  • Cappelletti
  • Marcello Carli 
  • Andrea Innocenti
  • Massimiliano Cappellini
(tutti nomi che non hanno certo bisogno di particolari presentazioni)


Quest'ultimo è stato dirottato a Responsabile dell’Area Scouting, un incarico di rilievo, ma che certamente non onora i suoi vent’ anni di carriera all’ Empoli,

Ma perché? Perché spazzare via in un attimo così tanti anni di onorato ed efficiente servizio?


Alcune fonti vicine al “Il Nuovo Mister”, inoltre, raccontano di una puntata che risale ad un anno fa di una trasmissione televisiva locale all’interno della quale il nuovo Responsabile dell’Empoli avrebbe affermato che i giovani calciatori devono prima approdare a Capezzano per avere successivamente la possibilità di arrivare a Milano, a Firenze e in altre città, ma non a Empoli perché questi stessi giovani devono crescere “nel loro ambiente”,

è vero?

Per conoscere la verità e perché tutto sia più chiaro, bisognerebbe verificare con esattezza negli archivi dell’ emittente locale.

Quanto emerso da quella trasmissione, se riscontrato con certezza, verrebbe riconfermato nella conferenza stampa che ha ufficializzato l’arrivo del direttore viareggino a Empoli. All’interno della conferenza, infatti, Bertelli afferma che è fondamentale lasciar crescere i giovani nel loro habitat, e qui mi sorgono ulteriori dubbi:


Come possono crescere e migliorare i calciatori se non possono usufruire di strutture idonee e all’avanguardia e di istruttori qualificati in grado di esaltare le loro caratteristiche?


Le altre società professionistiche staranno a guadare mentre l’Empoli lascerà crescere i ragazzi più meritevoli nel loro habitat?




Ci sono ulteriori voci, naturalmente da confermare, risalenti al periodo durante il quale Bertelli era a Capezzano, che parlano di accordi presi direttamente con i genitori residenti nella zona compresa tra Viareggio e Spezia, ai quali sarebbe stato consigliato di andare a Capezzano quando i loro ragazzi erano ancora tesserati con altre società, completamente escluse dalle trattative.


E lo stile Empoli?

Lealtà, chiarezza e trasparenza non si traducono esattamente nella pratica con i fatti sopra elencati.

Un ulteriore atteggiamento, quantomeno insolito, è delineato dal fatto che non vi è nessun documento nel quale Bertelli faccia riferimento al suo trascorso a Capezzano e ringrazi chi gli ha dato la possibilità di approdare in una realtà così importante. Sembra quasi che il nuovo Direttore non voglia chiudere definitivamente con il suo passato...

Nel sito ufficiale del Centro Giovani Calciatori di Capezzano si fa riferimento al fatto che Bertelli, con grande sapienza e professionalità, sia riuscito a portare un campionato Giovanissimi Regionali Elite. Si ma hanno concluso la stessa competizione con il 7° posto, non esattamente un risultato esaltante...

E le grandi doti del direttore?


Il fatto che Dirigenti e Presidenti storici di società della zona abbiano comunicato l’intenzione di interrompere i rapporti con l’Empoli impedendo che numerosi giocatori, scelti con lealtà e cura, arrivino nella società empolese, conferma la presenza di forti dubbi sull'operato del nuovo direttore.

Allora perché insistere ancora su Bertelli?


Arrivati a questo punto della vicenda è bene puntualizzare alcuni concetti: il mio interesse primario è quello di salvaguardare l’Empoli, una società unica per la quale nutro stima e rispetto, distaccandomi indiscutibilmente dal creare  malumori interni.

In nome di questo grande affetto, però, ho bisogno di certezze che spazzino via queste voci molto insistenti e presenti nei luoghi nei quali operava il nuovo direttore.

Di domande che tuttora sono sprovviste di risposta ce ne sono però molte altre:

Perché, nella zona compresa tra Viareggio e Massa, da circa un mese, si vociferava sulla nomina di Bertelli, mentre a Empoli non si era a conoscenza di nulla? 

Mi sembra lecito affermare che si tratta di un comportamento poco rispettoso nei confronti di tutte quelle persone che invece hanno portato rispetto da sempre a questa società, permettendole di diventare quello che è oggi.

Per quale motivo il Milan non si è interessato alla professionalità e alle grandi doti del direttore?


Come è possibile che l’Empoli abbia deciso di fare il suo nome nella totale assenza di collaborazioni precedenti?




E’ con forte interesse che cerco risposte chiare a queste domande con la speranza che le voci sopra riportate risultino completamente infondate: in questo modo riuscirei ad avere fiducia nella scelta della società e potrei tornare a fare una cosa di cui vado fiero, divulgare il rispettato  “Stile Empoli”.




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